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Dalle associazioni europee non profit un invito alla Ue: “Dobbiamo arrivare all’autosufficienza nella raccolta plasma”

“Investire di più sul plasma per avvicinarsi all’autosufficienza sostenendo anche finanziariamente i servizi trasfusionali senza scopo di lucro impegnati nello sforzo di aumentare la raccolta del plasma”.
È questo l’invito rivolto alla Commissione europea e al Parlamento europeo, dall’European Blood Alliance (Eba), l’associazione che riunisce i sistemi sangue dei Paesi dell’Unione Europea e dell’Associazione Europea per il Libero Scambio, che conta 26 membri che complessivamente gestiscono una media di 17 milioni di donazioni all’anno.
È alto il rischio che Paesi come gli Usa, nel pieno del ciclone Covid, possano non garantire più le forniture di medicinali plasmaderivati fin ora offerte agli altri Paesi. Una spada di Damocle per il “sistema sangue” se consideriamo che gli Usa raccolgono il 71% della produzione mondiale totale di plasma da aferesi a fronte di una copertura europea che assicura appena il 10% del fabbisogno mondiale di plasma da aferesi con circa 80mln di litri totali prodotti.

“Il Covid-19 ha evidenziato non solo la necessità di un’azione collettiva e rapida sulle sfide comuni affrontate dagli Stati membri dell’Ue – scrive l’Eba – ma anche il valore di sviluppare insieme soluzioni e trattamenti. Stiamo realizzando un progetto, con il sostegno della Commissione europea, sul plasma convalescente Covid-19 come potenziale percorso terapeutico per i pazienti Covid-19. Inoltre, le aziende farmaceutiche stanno lavorando a un promettente trattamento con immunoglobuline specifiche per la malattia. Accanto a questo lavoro e sulla base delle riflessioni che abbiamo condotto negli anni passati – aggiunge l’Eba è chiaro che l’Unione europea deve raccogliere più plasma per poter soddisfare le esigenze dei nostri pazienti e ridurre la nostra dipendenza da paesi terzi, come gli Stati Uniti. Questo è il ruolo dei servizi trasfusionali senza fini di lucro dell’Ue che sono guidati dal principio delle donazioni volontarie e non remunerate, dalla necessità di fare affidamento su una vasta popolazione di donatori di plasma per ridurre il carico dei donatori, dall’obbligo di preservare la sicurezza dei donatori e la qualità dei prodotti per prevenire una ‘concorrenza per i donatori”.

Il plasma, ricorda l’Eba, è un prodotto salvavita per un gran numero di pazienti che dipendono da esso, a volte temporaneamente o più spesso, per tutta la vita. I farmaci plasmaderivati sono essenziali nel trattamento di malattie rare e gravi come deficienze immunitarie, disturbi neurologici e disturbi del sangue. “Riteniamo che i servizi trasfusionali europei senza scopo di lucro – ha aggiunto l’associazione – saranno fondamentali nei piani per aumentare la raccolta del plasma e dovrebbero essere dotati degli strumenti e delle misure giuste per garantire l’autosufficienza a livello europeo”.

Una proposta questa dell’Eba condivisa dal dott. Giancarlo Maria Liumbruno, direttore uscente del Centro nazionale sangue. “L’iniziativa dell’Eba volta a sensibilizzare le istituzioni europee sull’importanza di sostenere anche finanziariamente le strutture che raccolgono plasma senza fini di lucro e da donatori volontari e non remunerati è fondamentale. Una proposta che se venisse accolta porterebbe benefici anche alle strutture italiane. Un supporto che ci consentirebbe inoltre di facilitare l’accesso alle strutture di raccolta. L’Italia sta infatti portando avanti un Programma nazionale plasma per aumentarne la produzione ed eventuali finanziamenti, anche di matrice europea, sarebbero benvenuti. È indispensabile acquisire un diffuso livello di consapevolezza non solo a livello italiano, ma anche europeo che il plasma è una ‘risorsa strategica’ in quanto ‘materia prima’ per la produzione di farmaci plasmaderivati salvavita. Il problema è anche mondiale, e potrebbe essere uno dei temi al centro della prossima Giornata mondiale del donatore di sangue  che l'Italia ospiterà nel giugno 2021”.

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