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Monica Consolini, la ciclista-donatrice che farà il giro del mondo

Partirà il 13 gennaio da Lazise e per due anni pedalerà in solitaria lungo 25 Stati. 
Nel suo equipaggiamento ci sarà anche la bandiera di Fidas Verona 

Si è allenata tanto e ora è pronta a partire per la pedalata in solitaria che nei prossimi due anni la porterà in giro per il mondo, toccando 25 Stati. Monica Consolini, ingegnere e guida ambientale di 33 anni, donatrice di sangue e plasma iscritta alla sezione Fidas Verona di San Giorgio in Salici, sabato 13 gennaio saluterà amici e parenti. Il ritrovo è previsto alle 8.30 al Centro giovanile di Lazise (via Balladoro, 2), il suo paese di origine, anche se oggi vive a Cavaion; alle 9.30 salirà sui pedali per iniziare quest’avventura, scortata da un gruppo di sostenitori che la accompagneranno fino a Vicenza, prima tappa del lungo viaggio. 

«Sono una ciclista amatoriale e da 10 anni ho iniziato a fare dei giri in bici, anche se mai così lunghi – spiega alla vigilia della partenza –. Ora percorrerò 35mila chilometri in due anni, visitando 25 Paesi, con il progetto “RideSmiles”: il nome, in inglese, è un gioco di parole che significa sia “pedala sorrisi” che “pedala miglia”. I sorrisi infatti saranno l’unico mezzo di comunicazione che avrò quando non parlerò la lingua del posto: l’obiettivo del viaggio è testimoniare il bello del mondo, condividendolo sui social network».

Dal lago di Garda, Consolini punterà verso est: attraverserà i Balcani, la Grecia, la Turchia, la Georgia e l’Azerbaijan; e poi Uzbekistan, Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan, volando in Mongolia per un giro ad anello. Quindi prenderà un altro aereo per Vancouver, in Canada, e da lì scenderà gli Stati Uniti: dall’Oregon arriverà in California, a San Diego; prenderà un altro volo per l’Ecuador e affronterà le Ande, attraversando Perù, Bolivia, Cile e Argentina. Lì la aspetterà una trasvolata oceanica che la condurrà a Madrid, in Spagna; farà una capatina in Portogallo e infine, seguendo la costa spagnola e francese, rientrerà a casa. In media pedalerà per 80 chilometri al giorno, numero che potrà variare in base alle difficoltà del percorso.  

Nei 20 kg di equipaggiamento ci sarà anche la bandiera di Fidas Verona, che sventolerà nei posti più remoti del pianeta. «Sono contenta di portare con me anche questo messaggio, perché dono il sangue da quando avevo 18 anni – spiega –. Ho all’attivo oltre 50 donazioni e per due mandati, fino al 2017, ho partecipato al direttivo della sezione Fidas Verona di San Giorgio in Salici, di cui all’epoca era presidente mio cognato Luca Marchi. Inoltre, avrò anche un naso rosso, perché da 14 anni faccio volontariato con Vip Italia (Viviamo in positivo), associazione di clownterapia, mentre in Sudamerica andrò a trovare le missioni dell’associazione Mato Grosso». 

«Facciamo un grande in bocca al lupo a Monica per questa avventura e la ringraziamo per il suo impegno a veicolare l’importanza del dono di sangue e plasma – sottolinea Chiara Donadelli, presidente di Fidas Verona –. La sua impresa, sportiva e umana, ci ricorda che ogni grande obiettivo comincia da piccoli passi: anche noi possiamo compiere qualcosa di straordinario, come donare sangue e plasma, salvando così delle vite, fissandoci una prima tappa, ovvero prendere appuntamento al Centro trasfusionale». Alla partenza, sabato mattina, ci sarà una delegazione di donatori Fidas Verona. 

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