
Lo sai che al lavoratore che dona sangue e plasma è concesso un permesso retribuito di 24 ore? Ecco quello che c'è da sapere.
I donatori ricevono o trovano nel web varie informazioni riguardo questo tema e, a volte, rinunciano a donare perchè temono di non avere diritto a effettuare una donazione durante le giornate di lavoro, oppure credono di dover prendere necessariamente una giornata di ferie.
Facciamo, quindi, un po' di chiarezza ricordando che per legge al lavoratore spetta un permesso della durata di 24 ore per la donazione del sangue, plasma o piastrine.
Donare il sangue è un gesto di importante senso civico e concreta solidarietà: la disponibilità di sangue rappresenta un patrimonio per la collettività, inoltre, risulta fondamentale per il Servizio sanitario nazionale avere a disposizione questo bene prezioso e condiviso; per questo motivo lo Stato italiano riconosce il diritto al donatore di assentarsi dal lavoro beneficiando di una giornata retribuita (art. 8, legge 219/2005).
Per ogni tipologia di permesso retribuito solitamente è il CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) a disciplinare termini e condizioni, tuttavia compete alla legge nazionale stabilire le linee guida generali. Il CCNL non può derogare a quanto riconosciuto dalle norme del diritto del lavoro. Quindi il giorno di permesso deve essere sempre concesso - qualora ne sussistano determinate condizioni - al lavoratore dipendente pubblico o privato che decida di donare il sangue.
Condizioni per richiedere il permesso
Affinché i donatori di sangue lavoratori dipendenti possano richiedere il giorno di permesso - senza perdere la retribuzione - devono sussistere alcune condizioni.
- Il prelievo deve essere effettuato necessariamente presso un Centro trasfusionale o Unità di raccolta riconosciuti dal Ministero della Sanità.
- Il lavoratore, prima di beneficiare del permesso, deve comunicare in anticipo al datore di lavoro la data in cui intende donare il sangue; i termini del preavviso sono indicati nei singoli CCNL.
- Dopo aver beneficiato del giorno di permesso, il dipendente deve presentare al suo datore di lavoro il certificato medico rilasciato dal medico trasfusionasta il giorno della donazione.
Indennità
Il lavoratore ha diritto a 24 ore di riposo che decorrono dal momento in cui questo si assenta dal lavoro per donare, oppure - a seconda dei casi - dal momento in cui questa viene effettuata.
Nel giorno di permesso il dipendente manterrà l’intera retribuzione che sarà pagata dal datore di lavoro. Sarà questo poi a rivolgersi all’INPS di competenza - entro la fine del mese successivo a quello in cui il lavoratore ha donato il sangue - per richiedere il rimborso.
Rimborso per inidoneità
Potrebbe succedere, però, che nel giorno in cui è fissato il prelievo questo non venga effettuato per inidoneità del lavoratore
Ad esempio, ci potrebbe essere un esclusione per motivi sanitari oppure dopo aver accertato la mancata decorrenza dei tempi tra una donazione e quella successiva.
Può anche accadere che un donatore effettui solo parzialmente la donazione per sopraggiunte problematiche durante il prelievo.
In questi casi, il medico trasfusionista deve rilasciare al lavoratore un certificato che attesti la mancata o parziale donazione riportante il giorno e l'ora. Questo va presentato al proprio datore di lavoro per aver diritto comunque alla retribuzione della giornata lavorativa e dei contributi figurativi.
Rimborso per aspiranti donatori non idonei alla donazione
Gli aspiranti donatori, lavoratori dipendenti, che verranno ritenuti non idonei alla donazione, avranno diritto al permesso retribuito che coprirà solo il tempo necessario all'accertamento dell'idoneità e le relative procedure. La non idoneità alla donazione è certificata dal medico trasfusionista e la certificazione andrà consegnata al datore di lavoro.
Come funziona la donazione di sangue per i lavoratori in Cassa integrazione CIG o CIGS
Ai lavoratori dipedenti in Cassa integrazione ordinaria o straordinaria, il cui trattamento è a carico dell'INPS, se si dona il sangue spetta il giorno di riposo e la retribuzione, in quanto prevale l'istituto della donazione rispetto alla Cassa integrazione ordinaria o straordinaria.
In caso di inidoneità alla donazione, al lavoratore è comunque garantita la retribuzione per il tempo necessario all'accertamento dell'inidoneità e delle procedure, mentre le ore restanti saranno di cassa integrazione.
Chi non può aver diritto al rimborso per la donazione
La giornata lavorativa retribuita non spetta ai lavoratori autonomi e ai lavoratori iscritti alla "Gestione separata" INPS, ossia i liberi professionisti, per i quali non è prevista alcuna specifica cassa previdenziale.
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